Continuano le magnifiche visite virtuali ai magnifici patrimoni artistici italiani sul canale YouTube del MiBACT.
E’ il turno del Parco Archeologico di Paestum. Il direttore del sito archeologico, Gabriel Zuchtriegel, fa una mini lezione di architettura.
Il Parco Archeologico di Paestum partecipa alla campagna La cultura non si ferma. Con un bellissimo breve video ci guida all’interno del parco per farci conoscere le ‘affinità’ della Poseidonia di Salerno con la monumentalità del tempio della regina degli egizi, Hatshepsut. E’ abbastanza normale pensare che la cultura greca ed egizia non abbiano molto a che vedere dal punto di vista architettonico l’una con l’altra.
Una terra tra mito e storia: Paestum.
Origini e cenni storici di una delle più belle città della Magna Graecia.
Fondata dai greci intorno al 600 A.C., si chiamava inizialmente Poseidonia, da Poseidone, o Nettuno, dio del mare, al quale la città era stata dedicata. Tra il 400 e il 273 avanti fu occupata dalla popolazione italica dei lucani. Nel 273 divenne colonia romana col nome di Paestum. Ma è indubbio che la fondazione della città fosse preceduta dall’impianto di una fattoria commerciale sulla sponda sinistra e presso la foce del fiume Silaros e che le condizioni malariche del terreno indussero poi i primitivi coloni a spostare il centro abitato verso oriente, su un banco calcareo leggermente rialzato sulla pianura e sul litorale, lungo il corso di un’altro fiume minore (fiume Salso o Capofiume). Dall’impianto primitivo sul Silaros sviluppò il porto marittimo e fluviale della città e presso di esso sorse il Tempio di Era Argiva, che diventò presto uno dei più grandi e venerati santuari dell’Italia antica: circa 50 stadi separavano la città dallo Heraion e dal suo emporio sul fiume. La fine dell’Impero Romano coincise grosso modo con la fine della città. Verso il 500 D.C., infatti, in seguito ad un’epidemia di malaria, aggravata dall’insalubrità del territorio, gli abitanti gradualmente abbandonarono la città. La riscoperta di Paestum risale al 1762, quando fu costruita la strada moderna che l’attraversa tuttora.